Martedì 9 aprile si è svolto a Milano un importante incontro che ha avuto come protagonista Aramco Overseas Company B.V., la principale filiale di Saudi Aramco – una delle più importanti compagnie petrolifere al mondo, di proprietà del governo saudita. Con una produzione di più di 10 milioni di barili al giorno, Saudi Aramco nel 2018 ha registrato 111,1 miliardi di dollari di profitti netti (prima società al mondo per profitti).
L’evento “Aramco Supply Chain & Quality Forum”, organizzato dal ministero dello Sviluppo economico, Italian Trade Agency e Confindustria, in collaborazione con Assolombarda e Anima Confindustria a rappresentare la filiera meccanica, è stato scandito da una mattinata ricca di interventi, con lo scopo di mostrare le varie opportunità per le aziende italiane di investire in Arabia Saudita.
Nel pomeriggio si sono svolti oltre 150 incontri b2b tra esponenti di spicco di Aramco e di Sagia e imprenditori italiani. 270 le aziende presenti, tra le quali numerose socie Anima del settore.
«Dobbiamo trovare una chiave per lo sviluppo sostenibile. – afferma Bruno Fierro, vicepresidente Anima – È importante cooperare per raggiungere i migliori risultati. Siamo contenti che Saudi Aramco abbia scelto l’Italia tra i principali partner per sviluppare il proprio business». Saudi Aramco sta aprendo, infatti, un ufficio a Milano (uno dei pochi in tutta Europa), a dimostrazione del legame con la nostra industria. La compagnia aveva avviato relazioni con l’Italia già dal 1948. Oggi, nel 2018, Saudi Aramco ha speso 1.4 miliardi di dollari in tecnologie italiane, 4.5 negli ultimi 4 anni.
186 progetti avviati in Arabia Saudita da qui al 2021 che coinvolgono diversi settori e compagnie straniere. La maggior parte (118 progetti) riguardano “Oil, gas and Petrochemicals”, ma ci sono anche dei piani che coinvolgono edifici civili e infrastrutture, il settore “Power Generation”. La ricerca di investimenti stranieri è forte, anche se l’Arabia Saudita punta ad essere il più possibile autosufficiente nella produzione di tecnologie in vista del 2030.
Prima di presentare un progetto è possibile consultare la Saudi Arabian General Investment Authority (Sagia), che offre servizi di supporto e consulenza alle organizzazioni per fornire soluzioni, e implementare soluzioni locali. I possibili contractors devono rispettare alcuni requisiti, tra cui solidità finanziaria, esperienza, risorse, qualità e sicurezza.
I principali anchor project di Aramco sono attualmente:
- il “King Salman International Complex for Maritime Industries and Services”
- “Rig Operations”
- “Energy Industrial City”.
Le opportunità del Paese non sono, quindi, limitate al solo settore Oil&Gas: l’Arabia Saudita è infatti in continua crescita e sta puntando a sviluppare molti altri settori di possibile interesse per l’industria meccanica italiana, dal trattamento acque, alle infrastrutture civili, all’installazione di nuove reti di distribuzione di energia. Il governo saudita e Saudi Aramco incentivano, infatti, tutte le attività che possano fare accrescere l’industria araba e l’economia locale, già in espansione negli ultimi anni.
Come sottolinea il vicepresidente Anima Bruno Fierro: «Nel 2018, le aziende associate Anima hanno esportato circa 550 milioni di euro in Arabia Saudita, dalle valvole, alla caldareria, a tutti gli altri componenti. Siamo aperti all’Arabia Saudita e a una partnership con Saudi Aramco.»
Per entrare in contatto con Saudi Aramco e seguire l’iter per avviare un progetto con la compagnia, segnaliamo il sito www.iktva.sa.